Dallo scoppio della pandemia di COVID-19, il governo ha progettato un piano di risposta per ridurre l’impatto della crisi sui segmenti più vulnerabili della società.
Tuttavia, secondo le ultime proiezioni del FMI, si stima un aumento della disoccupazione dall’8,6% nel 2019 al 10,3% nel 2020 spingendo ancora più persone che vivono nel paese al di sotto della soglia di povertà. Rifugiati e richiedenti asilo rappresentano un gruppo estremamente vulnerabile in quanto hanno posti di lavoro precari che costituiscono le uniche fonti di reddito. L’istruzione ha subito uno stop prolungato per la maggior parte degli studenti nel Paese a causa della chiusura delle scuole da metà marzo, quando a una parte dei giovani è stato chiesto di contribuire ad attività generatrici di reddito domestiche o legate alla famiglia a scapito del loro apprendimento. Il rischio di abbandono scolastico è estremamente alto poiché le famiglie si sforzano di coprire i costi dell’istruzione e della formazione dei propri figli.
I Salesiani di don Bosco hanno una presenza ben radicata e riconosciuta in Egitto dall’inizio del XX secolo. Nati inizialmente per fornire istruzione e orientamento spirituale alle famiglie italiane trasferite in Egitto per motivi di lavoro e diplomatici, al Cairo e ad Alessandria, i Salesiani hanno negli anni spostato l’attenzione sui giovani egiziani, sia cristiani che musulmani, in forte bisogno di percorsi formativi tecnici che portano all’occupazione nel commercio, nel settore tecnico e nell’industria.
Nel 1988 è stato aperto un terzo centro salesiano in un quartiere molto povero del Cairo, per accompagnare e sostenere la comunità cristiana locale rappresentata sia da egiziani che da richiedenti asilo/rifugiati provenienti da diversi paesi dell’Africa subsahariana.
Attraverso questo progetto, i Salesiani in Egitto intendono migliorare l’accesso alle opportunità di istruzione di base, secondaria e professionale per gli egiziani e non egiziani più emarginati e socio-economicamente vulnerabili che vivono nel Paese, con l’obiettivo generale di migliorare le loro condizioni. Tutto questo sarà raggiunto attraverso l’erogazione di borse di studio per bambini e giovani, corsi di alfabetizzazione di base e doposcuola per giovani egiziani vulnerabili e rifugiati non egiziani, percorsi di formazione professionale per disoccupati e rifugiati non qualificati e giovani egiziani.
Inoltre, attraverso fondi di avviamento, i Salesiani mirano a promuovere concorsi tra i gruppi per la realizzazione di progetti sotto l’assistenza e la guida degli insegnanti nel campo tecnico. Al termine del confronto verranno premiati i due gruppi che si saranno distinti. Durante l’intero processo, verrà data particolare attenzione a temi come il rispetto, l’inclusione e il dialogo.
In Egitto, le donne egiziane vulnerabili e le rifugiate non hanno opportunità di sostentamento. In risposta a questo, il progetto, grazie alla creazione di un laboratorio di cucito, avvierà un corso di formazione per fornire alle beneficiarie un maggiore accesso a opportunità di lavoro dignitose.
Per la realizzazione globale del progetto è necessario un contributo di CHF 114.000,00 all’anno per 3 anni.