Nuova vita per la casa della stazione missionaria di Nila
12 February 2018
Nel 2016 un incendio aveva distrutto la stazione missionaria costruita dai primi missionari a Nila, nelle Isole Solomon, oggi è arrivato il tempo di gioire: la nuova stazione missionaria di Nila è stata ufficialmente inaugurata lo scorso ottobre!
Sarà una data da ricordare quella del 29 ottobre 2017: all'interno della diocesi di Gizo ha ritrovato nuova vita la stazione missionaria di Nila e, presso la parrocchia del Santo Rosario, 232 persone hanno ricevuto il Sacramento della cresima. La chiesa si è riempita dei volti e sorrisi di tantissimi giovani provenienti da diverse comunità attorno alle Shortlands: dalle isole Alu e Fauro e dai villaggi di Maleai, Pirumeri, Nuhu, Aleang, Gaomai, Komaleai, Harapa, Koleai, Samanago e Tomoa, come anche dai villaggi intorno alla stazione di missione Nila. Il vescovo, durante la sua omelia, ha sottolinato come la presenza dello Spirito nei cuori può combattere tre attitudini negative che contraddistinguono i giovani di oggi: la paura di non sapere, l'indifferenza spesso generata dalla pigrizia e il continuo procrastinare.
Nella stessa giornata vi è stata la cerimonia di consegna dei diplomi (circa il doppio rispetto all'anno precedente), tra i ragazzi "graduati" di quinta media ci ha colpito il discorso di una ragazza che ha ringraziato la Diocesi di Gizo per aver reso disponibile l’istruzione secondaria superiore nelle Shortland con la costruzione e la gestione della scuola media superiore.
Questa giornata ricca di emozioni è bene ricordarla con le parole del vescovo di Gizo, rivolte ai giovani studenti: "La vittoria non è nel trionfo finale ma nella lotta quotidiana. Tendiamo verso l’alto perché essere diplomati significa semplicemente essere un passo superiore a prima, ma non ancora in cima; con una motivazione più forte che ci fa sognare un altro gradino più in alto e ci fa cambiare marcia e velocità. Non dobbiamo essere batterie scariche! Mettiamocela tutta per migliorare, ogni volta, mettendo il cuore in tutto quello che facciamo”